Open Source

 
Mantenere il controllo del software

Il software Open source fornisce il controllo sul codice sorgente. Il diritto di modificarlo per adattarlo alle proprie esigenze e budget. Al contrario del software proprietario, dove il fornitore controlla il software, gli aggiornamenti e il budget necessario.

 
Evitare l'ingabbiamento da fornitore

Il disappunto e l'insoddisfazione con il supporto da parte dei fornitori è una realtà con la quale ogni IT manager fa i conti. L'impossibilità di personalizzare in certi aspetti il software per soddisfare taluni requisiti aumenta la frustrazione. L'Open source garantisce la libertà di scegliere il fornitore.

 
Costo di possesso minore

Non esistono costi di licenza per il software open source, riducendo i canoni di licenza annuale a zero. Non c'è nessun costo per scalare, perché il software open source non richiede "licenze aggiuntive". L'unica spesa è in termini di supporto per assicurare l'affidabilità, con una riduzione di costi che può raggiungere anche l'80%

 
Maggiore qualità e sicurezza

Il software open source è disponibile a tutti. Un grande numero di sviluppatori conseguentemente contribuisce ad analizzare il codice rendendolo più sicuro e aumentandone costantemente la qualità. Lo sviluppo guidato dagli utenti garantisce eccellenza funzionale.

 
Continuità

E' possibile che una azienda di software proprietario chiuda o decida di interrompere lo sviluppo di un prodotto. Con essa se ne va il supporto ed il futuro sviluppo del software. L' open source non dipende da una singola entità e fornisce agli utenti il vantaggio della comunità. Qualsiasi sviluppatore può decidere di prendere il software e continuare da dove si è interrotto.

Open source in Pubblica Amministrazione

Recentemente, con la legge n. 134 del 7 agosto 2012 (di conversione con modifiche del decreto legge n. 83 del 22 giugno 2012 sulle modifiche urgenti per la crescita del Paese) è stata apportata una significativa modifica all'art. 68 del CAD (Codice della Amministrazione Digitale).

L’acquisizione di software libero o a codice sorgente aperto (o il ricorso a soluzione già sviluppate all’interno della P.A.) è divenuta la regola, mentre l’acquisizione di software di tipo proprietario mediante licenza d’uso costituisce ora l’eccezione.

Adesso l’art. 68 CAD stabilisce che:

le pubbliche amministrazioni prima di procedere all’acquisto, secondo le procedure di cui al codice di cui al decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, effettuano una valutazione comparativa delle diverse soluzioni disponibili sulla base dei seguenti criteri:

a) costo complessivo del programma o soluzione quale costo di acquisto, di implementazione, di mantenimento e supporto;

b) livello di utilizzo di formati di dati e di interfacce di tipo aperto nonché di standard in grado di assicurare l’interoperabilità e la cooperazione applicativa tra i diversi sistemi informatici della pubblica amministrazione;

c) garanzie del fornitore in materia di livelli di sicurezza, conformità alla normativa in materia di protezione dei dati personali, livelli di servizio tenuto conto della tipologia di software acquisito.

1-ter. Ove dalla valutazione comparativa di tipo tecnico ed economico, secondo i criteri di cui al comma 1-bis, risulti motivatamente l’impossibilita’ di accedere a soluzioni gia’ disponibili all’interno della pubblica amministrazione, o a software liberi o a codici sorgente aperto, adeguati alle esigenze da soddisfare, e’ consentita l’acquisizione di programmi informatici di tipo proprietario mediante ricorso a licenza d’uso. La valutazione di cui al presente comma e’ effettuata secondo le modalita’ e i criteri definiti dall’Agenzia per l’Italia Digitale, che, a richiesta di soggetti interessati, esprime altresi’ parere circa il loro rispetto.